Istituto di teoria e tecniche dell'informazione giuridica del Cnr - Accademia della Crusca
Versione Guida: Febbraio 2011
Versione ipertesto: 0.5beta
Accademia della Crusca, Università di Firenze-Centro di linguistica storica e teorica.
Italiano, lingue europee, lingue orientali
Marco Biffi, Angela Frati, Stefania Iannizzotto, Nicoletta Maraschio
Ancitel spa
Agostino Bultrini, Salvatore Dettori
Comune di Livorno
Barbara Cacelli, Mario Grassia, Graziella Launaro, Giancarlo Minutoli, Sabrina Pellegrino, Paola Ramoino
Consiglio delle Autonomie Locali-Regione Toscana
Paolo Cappelletto
Consiglio regionale della Toscana
Anna Gentile, Carla Paradiso
Istituto di teoria e tecniche dell'informazione giuridica del Consiglio nazionale delle ricerche
Costantino Ciampi, Sebastiano Faro, Raffaele Libertini, Pietro Mercatali, Marina Pietrangelo, Francesco Romano, Pierluigi Spinosa, Dario Zuliani
Tecnodiritto srl
Andrea Chiari
Università di Catania, Accademia della Crusca
Gabriella Alfieri, Rosaria Sardo
Università di Firenze
Massimo Carli, Marta Picchi, Costanza Sanchini
Università di Modena e Reggio Emilia, Accademia della Crusca
Cecilia Robustelli
La Guida è il risultato del lavoro collettivo del gruppo promosso dall'Ittig e
dall'Accademia della Crusca. In particolare, i linguisti si sono occupati della redazione del
preambolo, della prima parte (Regole linguistiche per la stesura degli atti amministrativi) e del glossario
linguistico; i giuristi e gli informatici hanno curato la presentazione, la seconda e la terza
parte (La struttura del provvedimento amministrativo, Riferimenti ad altri atti) e gli altri allegati.
Gli atti amministrativi costituiscono un universo molto eterogeneo sia a causa della pluralità dei soggetti emittenti e dei destinatari, sia a causa della molteplicità delle funzioni dell'atto; pertanto non è facile definire le regole per la loro scrittura.
Perché allora proporre regole e suggerimenti per scrivere gli atti amministrativi?
Le esigenze sono essenzialmente tre.
1. L'atto amministrativo è non solo un atto tecnico-giuridico, ma anche un atto comunicativo con il quale la pubblica amministrazione deve farsi capire e farsi conoscere dai cittadini. Se gli atti sono redatti secondo regole che ne aumentino l'omogeneità e ne diminuiscano le imprecisioni saranno certamente più comprensibili.
2. Le regole mirano a rendere omogenee le modalità di scrittura degli atti per renderne più facile l'intepretazione e per favorire, di conseguenza,
la comunicazione con i loro destinatari. Le regole proposte responsabilizzano quindi l'autore dell'atto non solo sotto il profilo della legittimità,
ma anche sotto quello della sua funzione comunicativa.
3. La recente pubblicazione del Codice dell'amministrazione digitale è l'ultimo atto di un più che decennale percorso normativo che intende sostituire
una pubblica amministrazione composta da monadi non comunicanti con un unico sistema informativo pubblico fortemente interconnesso.
In tale quadro l'interoperabilità dei dati è elemento centrale. è ovvio che gli standard linguistico-documentari prima ancora che quelli tecnico-informatici faciliteranno tale interoperabilità. La diffusione delle tecnologie digitali in ambito pubblico senza l'abbandono di un linguaggio farraginoso e oscuro rischia di trasferire la gestione e il controllo dell'informazione dall'ambito politico-amministrativo a quello tecnico, e di mettere in discussione i ruoli d'imparzialità e di garanzia propri della pubblica amministrazione.
Le tipologie di atti amministrativi, diversamente da quanto risulta nell'ambito
normativo, sono molto diverse tra loro. Non è facile dunque
fornire principi univoci che valgano per tutti i testi. Tuttavia attenersi ai
principi fondamentali di una comunicazione efficace e alle massime che
regolano la stesura di testi pienamente fruibili servirà a evitare fraintendimenti,
ambiguità e imprecisioni che inquinano il diritto a un'informazione
sulle regole il più possibile trasparente. I principi qui enunciati non
sono quindi espressione di ideali estetici o di modelli formali, ma sono
strumenti per garantire la qualità degli atti amministrativi.
La redazione dei testi amministrativi risponde a criteri di chiarezza,
precisione, uniformità, semplicità, economia. Deve dunque
mirare a rendere il testo comprensibile a tutti i suoi fruitori, in termini di
contenuti e di scelte linguistiche che li veicolano.
Un testo è chiaro se i suoi contenuti informativi sono ben riconoscibili
e interpretabili da parte del destinatario e se la loro concatenazione
logica rispetta uno sviluppo coerente e graduale rispetto alle conoscenze
pregresse del destinatario e alle sue aspettative di conoscenza dell'argomento
trattato. Chi scrive il testo dovrebbe seguire una progressione
informativa rispettosa dei punti cardine di un testo ben formato (Chi?,
Che cosa?, Perché?, Dove?, Quando?) in modo da rendere chiaro con la massima
evidenza: il soggetto che adotta l'atto, l'oggetto dell'atto e la decisione
che è stata presa insieme alle motivazioni che la giustificano, i modi
e i tempi di applicazione del testo.
Un testo è preciso se le parole usate e le connessioni logiche tra
le frasi risultano univoche ed esplicite. La vaghezza e l'ambiguità lessicali,
infatti, favoriscono incertezze nell'interpretazione del testo, econnettivi frasali troppo lunghi, arcaici o involuti ne rallentano la
comprensione.
Un testo è uniforme dal punto di vista linguistico se permette di riconoscere
senza equivoci quando ci si riferisce a uno stesso argomento e se
permette anche di seguirne lo sviluppo logico.
Un testo è semplice se dà la preferenza a parole conosciute dalla maggior
parte dei cittadini o se riesce a parafrasare o a spiegare con sinonimi
o esempi gli inevitabili tecnicismi, e se organizza i periodi in modo lineare
con poche subordinate e con un uso adeguato della punteggiatura.
Un testo è economico se contiene tutto quello che è necessario e solo
quello che è adeguato allo sviluppo del suo contenuto. In particolare, un
testo ben costruito è privo di ridondanze, cioè parole e frasi che ripropongono
inutilmente concetti già espressi.
I principi di chiarezza, precisione, uniformità, semplicità ed economia
possono, in singoli contesti, entrare in conflitto tra loro. Si tratta di trovare,
di volta in volta, il punto di equilibrio tra questi principi.
Un testo amministrativo deve essere linguisticamente accessibile a
qualsiasi cittadino, nei limiti permessi dalla complessità dei suoi contenuti.
Nella redazione si deve tener conto delle conoscenze linguistiche e
delle esigenze di comprensione di coloro ai quali i testi si rivolgono e di
coloro che li applicano. In ogni caso, vanno escluse formulazioni inutilmente
complesse.
Per garantire la fruibilità linguistica di un testo si deve porre attenzione
anzitutto alla sua strutturazione generale, che deve rispondere a
principi comunicativi fondamentali quali: la coesione sintattica e grammaticale
tra gli elementi linguistici che lo compongono; la loro coerenza
logica in termini di contenuti e di progressione informativa; l'accettabilità
del contenuto da parte del destinatario in termini di possibili
conoscenze dell'argomento e della forma linguistica che lo deve veicolare.
In tal senso è fondamentale la pianificazione del testo che garantisce
una distribuzione razionale, coerente e logicamente connessa dei contenuti.
Si devono costruire le frasi tenendo conto dei limiti di leggibilità
secondo gli indici correnti, e si devono scegliere le parole secondo il
principio di economia linguistica (massima evidenza del contenuto e
minimo sforzo di lettura da parte del destinatario), facilitando il processo
di decodificazione del testo con apposite strategie didascaliche (l'usodi sinonimi o di parafrasi per rendere accettabile il tecnicismo, l'esemplificazione
per rendere evidente il contenuto stesso). Punteggiatura e
organizzazione grafica sono elementi essenziali per rappresentare visivamente
la strutturazione del testo e garantirne la leggibilità. Tutti questi
principi comunicativi e testuali andranno tenuti in considerazione
anche nella revisione finale del testo, che è operazione fondamentale di
ogni processo di scrittura efficace.
L'allegato indica forme alternative di citazione degli atti normativi.
Dalle regole della Guida si ricavano dei modelli di provvedimenti. Le regole lasciano comunque la flessibilità necessaria al redattore per strutturare modelli diversi secondo le prassi e le esigenze comunicative. Si propongono esempi relativi a deliberazioni e ordinanze strutturate secondo più modelli tutti compatibili con le regole proposte*.
All'interno della vasta categoria degli atti amministrativi si distinguono, in via generale, i provvedimenti dai meri atti. L'atto amministrativo è la manifestazione di volontà, conoscenza o giudizio proveniente da una P.A. nell'esercizio di una potestà amministrativa. Si tratta quindi del " mezzo" utilizzato da un'autorità amministrativa, nell'esercizio della sua funzione tipica, per intervenire in un caso concreto e nei confronti di destinatari determinati o determinabili. Comunque nella regolamentazione dei rapporti tra la P.A. e la collettività. Il provvedimento amministrativo è l'atto con cui si chiude il procedimento amministrativo. Il provvedimento, a differenza dell'atto amministrativo, è dotato di effetti sul piano dell'ordinamento generale. Con ciò, non si intende negare agli atti non provvedimentali un effetto giuridico: tuttavia esso si esaurisce in un ambito giuridico differente, per così dire interno alla sfera dell'amministrazione. Sulla base del fatto che il provvedimento ripete gli stessi caratteri del potere, esso può considerarsi tipico e nominato.
Realizzazione tecnica: Stefano Leucci
Guida alla redazione degli atti amministrativi - regole e suggerimenti
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